Il piede diabetico
Il team del piede diabetico del livello di eccellenza
Si stima che il 5-6% della popolazione mondiale abbia il diabete mellito, e che ci sarà una forte crescita nei prossimi anni a causa di una eccessiva alimentazione e dell’aumento della vita. Quando il diabete non è ben controllato, mediamente dopo cinque dieci anni, si sviluppano degli effetti collaterali al sistema arterioso, ai nervi, agli occhi, al rene, ed ai piedi.
Le complicanze ai piedi colpiranno il 15-25% delle persone con diabete, quasi una su quattro.
Il successo degli sforzi che servono per prevenire e curare le complicanze del piede dipendono da una squadra ben organizzata, che vede un’ulcera come un segno di malattia che coinvolge più organi. L’ulcera quindi non è il problema, ma la conseguenza di una malattia più ampia, la sindrome del piede diabetico.
Per curarla esistono tre livelli: il primo livello ambulatoriale, il secondo livello è in ospedale, mentre il terzo livello, il meno conosciuto, è nei centri di eccellenza ovvero team multidisciplinari che si occupano, da più di vent’anni, esclusivamente di piede diabetico.
Noi siamo un Team che collabora con tutti i livelli, ma in particolare con il terzo livello il cui referente medico specialista è il prof. Giacomo Clerici, lo specialista infermiere e podologo è il dott. Fabio Granata, e il tecnico ortopedico esperto è la dott.ssa Ombretta Bonini.
Per i vostri piedi affidatevi quindi ad un team di professionisti specializzati nel piede diabetico e sue complicanze.
Il piede a rischio ed il piede diabetico
È importante capire la differenza tra i due termini, perché sono concetti molto differenti. Il piede di una persona diabetica se presenta anche uno dei segni/sintomi sottoelencati può sviluppare la sindrome del piede diabetico condizione ben più grave.
Cos'è il piede a rischio (di diventare un piede diabetico)?
E’ il piede di un soggetto diabetico che presenta anche uno solo dei seguenti segni/sintomi:
deformità o prominenza ossea (es. dita a martello, alluce valgo, metatarsali pronunciati, dita rigide, ecc);
un ulcera attiva (anche una piccola fessurazione o macerazione tra le dita, un unghia incarnita, un graffio, ecc) o aver già avuto un ulcera in passato;
avere la neuropatia (piede secco, senza peli, un po’ gonfio, non sente bene quando lo tocca, sensazione di formicolii, dita ad artiglio, piede cavo, ecc.);
presenza di calli, che non vanno solo rimossi, ma va capito il motivo, la causa, che li fa formare;
ridotta mobilità articolare (piede più rigido);
riduzione del flusso arterioso, lo possiamo sentire usando il Doppler;
con discromie cutanee (gambe color marrone);
con distrofie ungueali (unghie ispessite, unghie con micosi (color giallo-marrone, friabili, maleodoranti), rotte, incarnite, ecc.);
persone che hanno già avuto una precedente amputazione;
scarpe non idonee (le scarpe errare da sole causano il 50% dei problemi ai piedi).
Come è facile notare ci sono molti fattori di rischio che possono portare a sviluppare un piede diabetico.
Quindi possiamo definire una persona a rischio come “un paziente con diabete che non ha un'ulcera attiva del piede, ma che ha neuropatia periferica, con o senza la presenza di deformità del piede o di malattia delle arterie periferiche, o con una storia di ulcera del piede o di amputazione di una parte di piede o della gamba”.
È inoltre indispensabile mantenere i livelli di glicemia nella norma, avere un buon peso corporeo, fare attività fisica, non fumare, non bere alcolici, ed abbassare gli stress psicofisici.
Cos’è il piede diabetico?
Quanto non siamo riusciti a controllare i fattori sopra descritti, si può sviluppare il piede diabetico, ovvero una infezione, ulcerazione o distruzione dei tessuti profondi (dalla pelle al muscolo fino all’osso), in presenza di neuropatia e/o malattia arteriosa periferica.
La neuropatia, cioè i problemi ai nervi, si manifesta: come sensitiva, con diminuzione o assenza di sensazioni di dolore, dove la persona può avere anche un buco sotto al piede e non sentire nulla; motoria, con deformità delle ossa (dita a martello, a griffe, prominenza dei metatarsali, ecc.; autonomica, con secchezza della pelle, edema.
Mentre l’arteriopatia porta alla chiusura delle arterie, sopratutto della gamba e del piede, dove la persona può avere un infarto (es. dito nero, ulcera, ecc) ma non sentire dolore a causa della neuropatia.
La somma di questi problemi causati dal diabete porta alla conseguenza che nel mondo ogni 20 secondi avviene una amputazione al piede.
È infine importante ricordare che da piede diabetico non si guarisce, ma si va in remissione, la sindrome procede inesorabile.
Per i vostri piedi affidatevi quindi ad un team di professionisti specializzati nel piede diabetico e sue complicanze.
Autore
Dott. Fabio Granata, Podologo, Infermiere, Specialista nel Piede Diabetico, in Vulnologia, e in Linfologia
Bibliografia essenziale
International Working Group on the Diabetic Foot (IWGDF) dal 2007 e seguenti.